Nota dell'autrice: questa ff, come collocazione temporale, è da inserire fra "Il sogno" e "In nome dell'amicizia". Trattasi di una mia personale versione "rivista e corrotta" della parte finale della storia. Mi auguro vi piaccia...
 
La Bambola Inizia a Camminare...
Parte I
 
 
 
Fuori, nonostante l'ora, era già buio pesto e pioveva a dirotto, mentre il fragore dei tuoni squarciava di tanto in tanto quel silenzio inquietante...Andrè se ne stava seduto davanti al caminetto acceso, bevendo assorto un bicchiere di vino. Aveva ancora indosso l'uniforme.
Lui e Oscar erano infatti appena rientrati dalla caserma ma non avevano avuto neppure il tempo di cambiarsi, perché appena saputo del loro arrivo il generale Jarjayes aveva fatto chiamare la figlia nel suo studio.
Considerando che doveva essere già a conoscenza di quello che era accaduto il giorno prima, pensava Andrè, la cosa non prometteva nulla di buono. Una strana sensazione di ansia gli stringeva lo stomaco.
Certo che la sua Oscar, come sempre, si era rivelata decisamente fuori dal comune! Far ruzzolare giù da uno scalone, per giunta davanti ai soldati, quel borioso del Colonnello LaBonne...Se il contesto della scena fosse stato diverso probabilmente sarebbe risultata persino divertente.
Questo, tuttavia, non cancellava il fatto che quel grave atto di insubordinazione non sarebbe passato inosservato. Tanto più che Oscar aveva rincarato la dose dando ordine ai suoi uomini di aprire l'ingresso principale della sala dell'Assemblea per far entrare i deputati del popolo, in palese violazione degli ordini ricevuti dal generale Bouillet in persona.
La situazione non si presentava delle più rosee...
Andrè era ancora tutto perso nelle sue considerazioni quando vide sua nonna entrare di corsa nella sala, con un'espressione decisamente preoccupata dipinta sul viso.
"Cosa c'è?" - le chiese.
"Il generale aveva una faccia talmente sconvolta quando mi ha chiesto di chiamare Oscar...Per caso sai che cosa è successo?" - fu la risposta.
"Cosa vuoi che sia successo? Come al solito ti preoccupi troppo!" - mentì, nel vano tentativo di rassicurarla, bevendo l'ultimo sorso di vino. Poi uscì dalla stanza senza voltarsi.
Facendo gli scalini due a due raggiunse lo studio del generale, al piano superiore.
Non aveva ancora aperto la porta quando sentì quello che Oscar e suo padre si stavano dicendo.
"Non devi avere paura...Io ti ucciderò chiedendo perdono a Dio e poi ti raggiungerò...".
"Sarebbe la peggiore delle soluzioni, perché sarei la causa della vostra morte...".
"Non importa, tanto la mia vita è già finita...".
Andrè non ebbe bisogno di sentire altro per decidere cosa fare. Fece letteralmente irruzione nella stanza, appena in tempo per disarmare il generale, che stava per colpire la figlia.
Una breve colluttazione, poi un tuono più forte degli altri fece spegnere alcune delle candele del lampadario lasciando tutto in una penombra quasi irreale.
Un attimo che fu sufficiente al generale per liberarsi dalla stretta. Ora erano accanto alla finestra, uno davanti all'altro.
Andrè estrasse la pistola che portava in cintura e gliela puntò contro.
Oscar assisteva alla scena, allibita.
"Voi adesso state fermo, perché io me ne andrò assieme ad Oscar!".
"Cosa??? Tu vorresti scappare insieme ad Oscar...e magari vorresti anche sposarla!".
"Sì...".
"Sarebbe una pazzia! La differenza di classe che c'è fra voi non si cancellerebbe mai...".
"Perdonatemi...che cosa significa "classe"? Non siamo forse tutti uguali...".
"Un nobile prima di sposare deve chiedere il permesso a Sua Maestà il Re!".
"Lo so...ma se il Re s'innamora di una donna deve forse chiedere a qualcuno il permesso di sposarla?".
"Basta Andrè! Non posso perdonarvi..." - il generale raccolse la spada che era caduta a terra. 
Andrè, dritto in piedi di fronte a lui lo guardava negli occhi, senza paura. (1)
"Potete anche ucciderci, ma questo non cambierà le cose...Come al solito vi ostinate a non voler vedere la realtà così com'è...".
Oscar nel frattempo si era scossa dal torpore nel quale sembrava essere caduta ed era andata vicino ad Andrè, prendendo la sua mano fra le sue.
I due giovani si scambiarono uno sguardo che rivelava più di mille parole...e il generale capì di aver perso la sua battaglia...
Capì che il destino gli stava presentando il conto degli errori di una vita.
"Padre..." - Oscar trovò finalmente il coraggio di parlare - "...la Francia sta cambiando e presto succederanno cose importanti! Tutti dovremo decidere da che parte stare...ed io ho già preso la mia decisione. Sarò al fianco dell'uomo che amo. I principi con i quali voi stesso mi avete allevata mi permettono di scegliere una volta sola...in guerra come in amore..." (2). 
Andrè le strinse più forte la mano. Sapeva bene quale sforzo le costassero quelle parole...
"La mia scelta non può essere che una...e tu lo sai. Adesso vattene da questa casa, da questo momento io non ho più una figlia!".
"Padre, spero che un giorno capirete...Andiamo Andrè!" - disse Oscar, con la voce divenuta improvvisamente triste.
Andrè le cinse la vita con il braccio. Quando arrivarono in corridoio si accorse che stava piangendo.
"Tutto bene?" - le chiese dolcemente, baciandole la fronte e stringendola forte a sé.
"Sì...voglio solo salutare la mamma e Marie, poi ce ne andiamo. Per stanotte chiederemo a Bernard e Rosalie di ospitarci...domani andremo in caserma e decideremo cosa fare." - la voce di Oscar era tornata ferma e i suoi occhi, anche se ancora velati di lacrime, avevano un'espressione dura e decisa che Andrè non aveva mai visto prima.
Scesero in cucina, dove trovarono le due donne, che avevano assistito a tutta la scena. Oscar si rese conto che, fortunatamente, sua madre aveva già capito tutto. Questo le risparmiava tante parole, che sarebbero state penose per tutte e due e rendeva le cose un po' più facili.
La vecchia Marie piangeva rannicchiata su una sedia, in un angolo. Andrè le andò vicino e l'abbracciò.
"Andrà tutto bene, nonna...vedrai! Ti faremo sapere dove siamo, promesso." - neppure lui sapeva bene cosa dire in quel momento. Oscar gli andò vicino.
Andrè si voltò e si accorse che Madame de Jarjayes li stava guardando.
"Ragazzi, abbiate cura di voi...vi auguro di essere felici" - disse abbracciando la figlia, poi lasciò la cucina sorreggendo Marie.
Per un attimo i due ragazzi rimasero in silenzio. Rimasero abbracciati per un po', cercando in quell'abbraccio la forza necessaria per andare a prendere le loro cose ed andarsene.
Pochi minuti più tardi varcarono la cancellata di Palazzo Jarjayes sotto una pioggia battente

(1) Ho modificato questa scena perché francamente non mi era mai piaciuta l'immagine di Andrè in ginocchio davanti al generale e Oscar che se ne sta a guardare senza reagire. Una mia piccola "fissa"...che ci volete fare!
(2) Questa è una citazione tratta da "Sandokan"...ho sempre adorato questa frase!

Fine prima parte

                                                                                                                    Midori

 

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